La sindrome del tunnel carpale (STC) è la più frequente neuropatia da intrappolamento. Si manifesta per la compressione, cronica o subacuta, di un nervo dell’arto superiore, il nervo mediano, all’interno di un canale anatomico fra polso e mano. La sua diffusione è tale da essere socialmente rilevante ma nella popolazione dubbi e incertezze non mancano. Ne parliamo con il dr. Rodolfo Gunetti, specialista in neurochirurgia con particolare esperienza nelle neuropatie da intrappolamento.

D. Quali sono i sintomi?

R. La STC è varia, può esordire con un dolore importante ma in genere i primi disturbi sono parestesie (formicolii) alle mani e un senso di addormentamento delle dita (le prime tre e parte del quarto) soprattutto al risveglio o in determinate posture come sorreggendo l’ombrello o il giornale. Peggiorando i disturbi si manifestano in particolare di notte e spesso sono tali da determinare il risveglio con vero e proprio dolore.

D. A cosa è dovuta? Chi può essere a rischio?

R. La STC è una sindrome, non una malattia, è un quadro morboso che ha molteplici cause che possono determinarla da sole o in associazione tra loro. Ad esempio: attività lavorative comportanti microtraumi o sforzi ripetitivi di prensione e torsione del carpo. Alcune malattie: tutte quelle autoimmuni, reumatiche, diabete ed altre. Nelle donne spesso si manifesta in menopausa. Per attività sportive, anche solo amatoriali, accomunate da sforzi in prensione e/o vibrazioni (es: ciclismo, downhill, motociclismo, free climbing, tennis, impugnatura scorretta di bastoncini, etc.). In ogni caso deve sussistere una predisposizione individuale.

D. Come si può curare? E’ sempre necessario operare?

R. Per una valutazione corretta dell’indicazione terapeutica, oltre che per la diagnosi, è indispensabile l’elettromiografia (EMG). Nelle fasi iniziali, con disturbi modesti ed una sofferenza del nervo lieve all’EMG, si può evitare la chirurgia. I farmaci sono scarsamente utili ad eccezione dei cortisonici, comunque non risolutivi. In questa fase è necessario affidarsi al fisiatra per i provvedimenti posturali/comportamentali e un’adeguata terapia fisica. Nei casi ingravescenti o già medio-gravi alla prima diagnosi, è indicato il trattamento chirurgico. L’intervento è ambulatoriale e in anestesia locale.

D. Che ruolo ha la fisioterapia nella STC?

R. Oltre al trattamento delle STC meno gravi o nell’attesa dell’intervento, l’apporto fisiatrico/riabilitativo risulta molto importante nel postoperatorio, non solo per il recupero funzionale ma anche per il trattamento di problematiche a livello della piccola ferita chirurgica. In ogni caso un supporto fisiatrico/riabilitativo può favorire una rapida ripresa delle attività abituali, lavorative e ludico-sportive.

Dott. Rodolfo Gunetti

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