Come può la Psicologia dello Sport essere di supporto nel rientro all’attività sportiva dopo un infortunio? Ne parliamo con la Dott.ssa Elisa Pagliano, che si occupa di Psicologia dello Sport e della Prestazione Umana e collabora con il Team del Prof. Giuseppe Vercelli, ideatore del Modello S.F.E.R.A. riconosciuto in ambito internazionale per l’analisi e l’ottimizzazione della performance.

D. Cosa significa per un atleta, dal punto di vista mentale, subire un infortunio?

R. L’infortunio è in generale un’esperienza che può compromettere il senso di stabilità e continuità psicofisica della persona. Va però considerato come una possibilità che può accadere nel corso della propria carriera sportiva. Dal punto di vista mentale diventa quindi importante non tanto l’evento in sé, quanto il modo in cui l’atleta vive e re-incornicia tale esperienza. Se infatti la affrontiamo come una battuta d’arresto che ci allontana dai nostri obiettivi, stiamo leggendo la situazione in modo non funzionale. Qualora invece, in questa parentesi, si riesca a ri-definire l’obiettivo, lavorando sul costruire nuovi punti di forza, rispettando i tempi e il ritmo del rientro, allora a quel punto siamo in grado di creare i giusti presupposti. L’infortunio non è sicuramente un’esperienza piacevole, ma può diventare una risorsa, a patto che si sia capaci di interpretarla in una giusta prospettiva.

D. In che modo un percorso di coaching sportivo può essere importante nel periodo riabilitativo e nella fase di rientro?

R. È importante considerare il quadro completo e l’infortunio come un evento multifattoriale, attraverso una collaborazione tra professionisti, per ottimizzare un recupero globale. Per questo in Fisio&lab abbiamo creato percorso integrato perché pensiamo che la riabilitazione fisica dell’atleta debba andare di pari passo con quella psicologica.

In una prima fase si accompagna l’atleta nella gestione delle emozioni relative all’accaduto, valutando le conseguenze immediate dell’evento. In un secondo momento si ri-definiscono gli obiettivi, e ciò necessariamente richiederà un aggiustamento rispetto a quello che era il piano inizialmente stabilito. In questo step è importante focalizzarsi quanto più possibile sul presente, gestendo aspettative o altri elementi che possano distogliere dal qui e ora. Nell’ultima fase di rientro all’attività, spesso sottovalutata, l’atleta lavorerà per trasferire i suoi nuovi punti di forza e risorse direttamente sul campo. È importante arrivare a questo momento avendo recuperato un buon livello di autoefficacia e di gestione delle preoccupazioni per un re-infortunio.

Dott.ssa Elisa Pagliano

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